“Brennero – il Link”: con Rai Documentari un viaggio a 1500 metri di profondità nel cantiere della galleria ferroviaria più grande d’Europa
Il tunnel collegherà Fortezza all’Austria, asse strategico per la creazione entro il 2050 di un corridoio da Helsinki a La Valletta e punto di ripartenza per la nostra economia
In onda domenica 3 aprile con “Mompracem, l’isola dei documentari” dalle 14:00 su Rai Due
Roma, 1 aprile 2022 – Il passo del Brennero, uno dei collegamenti più importanti tra il nord e il sud dell‘Europa, oggi è il valico più trafficato e inquinato delle Alpi, con circa il 50% dell’intero traffico delle merci transalpino, 2,5 milioni di camion e 50 milioni di tonnellate di merci all’anno. Per liberare le montagne dai camion, sotto le Alpi a 1500 metri di profondità nel cuore dell’Alto Adige sta prendendo forma la ferrovia sotterranea più lunga al mondo: il tunnel del Brennero.
Ce lo racconta “Brennero – il link”, una produzione Rai Documentari in collaborazione con Rai Com, la Provincia Autonoma di Bolzano e la sede Rai di Bolzano, in onda domenica 3 aprile dalle 14:00 su Rai Due nella seconda parte di di “Mompracem, l’isola dei documentari”. Un viaggio nel cantiere della galleria più grande d’Europa, che collegherà Fortezza all’Austria per raggiungere, con la già esistente circonvallazione di Innsbruck, una lunghezza di 64 km. Il tunnel del Brennero non è che il primo passo e l’asse strategico di un più grande progetto europeo: la creazione entro il 2050 di un corridoio di infrastrutture da Helsinki a La Valletta, Malta.
Il documentario di Catia Barone, scritto con Sara Catalini per la regia di Luca Marinacci, non racconta solo le tecnologie faraoniche e gli investimenti del cantiere più grande d’Europa, ma ne rivela anche gli aspetti più intimi e umani, attraverso la vita e il duro lavoro dei suoi operai. Il “Tunnel del Brennero” non è solo una lunga galleria ma ha le sembianze di una città sotterranea, con le sue strade grigie e chilometriche, dove si nasconde – ancora oggi – la storia di un’Italia in bianco e nero.
Proprio come quella dei nostri nonni nel dopoguerra: gli operai che scavano il tunnel hanno lasciato la famiglia in Calabria, in Sicilia o in Campania alla ricerca di uno stipendio dignitoso. È un lavoro duro e complicato, come quello in miniera. Si scava sotto terra o all’interno di una montagna tra la polvere di silice cristallina, i rumori di camion, scavatori e ruspe con relativi gas di scarico. Il viavai di mezzi è impressionante, anche all’esterno. Non è un caso che l’ingresso del tunnel sia stato ribattezzato “la porta dell’inferno”. Alla fine del documentario però scopriremo che non è esattamente così. Chi vi entra non ha perso ogni speranza, anzi è lì proprio perché in quell’enorme buco tra le montagne ha trovato un futuro per la propria famiglia e un punto di ripartenza per la nostra economia.
Ripartire dalla luce in fondo al tunnel. Quella nel cantiere del Brennero può diventare metafora per tutti noi. Che possiamo costruire il futuro con le nostre stesse mani, il nostro e quello dell’Europa.
“Brennero – il link” è un documentario di Catia Barone, con la collaborazione di Liza Boschin e Sara Catalini. Consulenza di Georg Tschurtschenthaler; supervisione editoriale Salvatore Carrara; capo progetto Lorenzo Di Dieco; produttore esecutivo Claudio Baldino; edizione e regia Luca Marinacci; filmaker Otto Reuschel e Eric Tornaghi.
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